"EGREGIO direttore, era da diverso tempo che avevo intenzione di scrivere questa lettera ma fino ad oggi ho sempre desistito dal farlo, fino a quando non leggo sul suo giornale che politici più o meno autorevoli del nostro amato Paese si stanno pubblicizzando sulle spalle dei giovani laureati calabresi. Mi riferisco alla polemica sorta tra il senatore Ichino ed il gotha della politica calabrese. Lungi da me voler diventare il moralizzatore della nostra terra ma penso che né il senatore Ichino né altri politicanti possano assurgersi a salvatori della patria quando loro stessi sono il problema. Se c'è qualcuno che può permettersi di dire qualcosa al riguardo sono i giovani calabresi che quotidianamente vengono saccheggiati della loro dignità e del loro valore. Io sono uno di loro. Io sono uno che ha creduto nella Calabria. Io sono uno che ha faticato tanto per raggiungere il traguardo della laurea. Io sono uno che ha investito tutto nella Calabria. Io sono uno dei tanti che è stato ingannato dalla Calabria. Io sono uno che è stato deluso dalla Calabria. Questi politicanti discutono, parlano e fanno finta di litigare sulla nostra pelle, ma il risultano non cambia: la Calabria è e resterà sempre l'ultima.
Ma entriamo in medias res esponendovi il mio caso. Io e mia moglie abbiamo presentato domanda alla RegioneCalabria per partecipare a questo famoso bando dei Voucher. Ebbene: entrambi giovani (28anni), entrambi laureati con 110/110 e lode, entrambi con reddito Isee basso, entrambi con una serie di requisiti che ci collocavano tra le prime posizioni nelle rispettive graduatorie. Ma con nostra grande sorpresa e meraviglia entrambi esclusi dai vincitori. Anzi a dirla tutta mia moglie era stata anche premiata come vincitrice provvisoria, premio successivamente negato grazie ad una magia degli uffici regionali che hanno modificato le regole in corso d'opera. Andiamo alla sede del consiglio regionale, presentiamo regolare ricorso, ma il risultato non cambia. Allora ci rivolgiamo ad un avvocato, presentiamo ricorso al Tar (e solo adesso capisco che cosa significa questa sigla: Tarocchiamo Atti Regionali) ma anche il Tar fa finta di non vedere e non accetta i due ricorsi. Allora sorge spontanea nel lettore una domanda: Perché tutto questo? Perché la Regione tarocca delle graduatorie? Perché anche il Tar fa finta di non leggere le carte? Perché di alcuni accettano documenti palesamenti taroccati allo scanner (sembra di essere nella soap Centovetrine di Canale5) mentre dei nostri non accettano documenti in originale con tanto di marca da bollo? La risposta a tutte queste domande è una sola: in Calabria vige solo una legge, ovvero "la legge dell'Amicizia". L'amicizia nella nostra terra è sacra. Se sei amico di qualcuno, oppure se conosci qualcuno tutte le porte ti verranno aperte. Se invece sei una persona qualunque che ad esempio si alza tutte le mattine alle 6 per andare a lavorare per 30/40 € al giorno senza assicurazione né garanzie per il futuro, una persona che crede in altri principi e valori come l'onestà e la sincerità, oppure se sei uno che crede che le cose vanno meritate col sacrificio e col sudore… e allora la Calabria non fa per te! I latini dicevano “Nemo propheta in patria” ed oggi a distanza di tempo capisco appieno il significato di quelle parole. Avrei tanto altro da dire ma capisco anche che un giornale non può pubblicare tutta la mia rabbia. Chiedo solo a qualche persona di sani principi che opera in Italia di fare un po' di chiarezza su questo scandalo tutto calabrese. Mi appello quindi a qualche autorità affinché riesamini tutta la documentazione e faccia piena chiarezza su una storia alquanto ombrosa".
Dott. Saverio Pometti
(fonte: Il Quotidiano della Calabria del 18/02/2009, pag. 14)
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