lunedì 15 settembre 2008

"Cleto, proposto un centro studi sullo spopolamento calabrese" di Giulia Fresca


«È partita da Cleto, in occasione della serata di chiusura di Cletarte 2008, la proposta per la creazione di un di un Centro Studi sul fenomeno dello spopolamento dei paesi calabresi. A lanciarla lo storico Francesco Volpe, ed immediatamente accolta dai relatori intervenuti, Armando Orlando, Armido Cario, Franco Pedatella e dal presidente dell’Associazione Cletarte, Gaetano Cuglietta. La proposta, scaturita al termine dell’incontro sul tema “Emigrazione e spopolamento dei piccoli centri storici” è stata rivolta ufficialmente al professore Vito Teti quale attento analizzatore della realtà calabrese, riportata anche nel suo libro “Il senso dei luoghi”. Partendo dalle ricerche storiche, Armando Orlando è risalito all’alba del 12 ottobre 1492 quando, «fra i 26 uomini della Pinta di Cristoforo Colombo, c’era, un marinaio di nome Antòn Calabrès, originario di Amantea o di paese vicino. Calabrès rappresenta il primo vero emigrato calabrese nel nuovo continente. Da allora l’emigrazione non si è più fermata, e persino nella Costantinopoli occupata dai Turchi cominciò a popolarsi un quartiere di fuggiaschi che sarà denominato “Calabria Nuova”». Secondo Armido Cario «lo spopolamento è figlio di un disagio ed alimento delle dinamiche migratorie. Deve essere dunque rapportato a dinamiche di sistema, soprattutto politiche: in una prospettiva olistica, i piccoli comuni vanno considerati come parte di un tutto. Un'indagine seria presuppone, perciò, lo studio di tutte le variabili concorrenti. La tendenza è di confondere il problema con la causa: si imputa al problema della ridotta dimensione demografica della stragrande maggioranza dei Comuni, l'origine delle inefficienze, degli sprechi e, talvolta, dei costi della politica. Tuttavia, per cambiare bisogna avere idee e per realizzare le idee non servono solo soldi ma occorrono uomini». Da qui l’idea del “ritorno” e della proposta a Vito Teti. «Metteremo il massimo impegno per rendere concreta la proposta per la creazione di un centro studi sul fenomeno dello spopolamento dei paesi calabresi qui a Cleto- ha detto Gaetano Cuglietta- e siamo sicuri che Vito Teti, saprà raccogliere studiosi e soprattutto idee affinché questi luoghi, che si pensa non abbiano un senso, possano ritornare ad averlo: un senso per sentirli, un senso per capirli, un senso per percorrerli, che è quello doppio del partire e del tornare».


(pubblicato da "Il Quotidiano della Calabria" del 4 settembre 2008)

sabato 19 aprile 2008

17 marzo 2008, incontro culturale al Rotary Club del Reventino



«Si è tenuto a Falerna un incontro sul tema “La Calabria del Settecento” organizzato dal Rotary Club del Reventino presieduto da Cristina Murone. Armando Orlando ed Armido Cario, in un qualificato pamphlet dal titolo inequivocabile “La Calabria del Settecento” edito da Calabria Letteraria, offrono un’accurata disamina sugli accadimenti più interessanti che hanno caratterizzato un secolo, durante il quale notevoli e molteplici sono stati i mutamenti economici, politici e sociali anche nella nostra regione. Gli autori pongono l’attenzione sul “valore intrinseco” e sulle ripercussioni storiche determinatesi nel “contesto amministrativo “e negli stili di vita dei Calabresi del Settecento, dove purtroppo, l’illuminismo arrivò con poca convinzione”.
Frutto di una serie di articoli, in un arco temporale abbastanza ampio sulla rivista “Calabria Letteraria”, si guarda al Settecento come spartiacque, secolo ricco di contraddizione fra medioevo e età moderna.
La riflessione inserisce la nostra regione in un contesto più ampio anche estero (l’ammutinamento del Bounty), crea un’interazione tra terremoto e teoria dei buchi neri, la nascita e l’arrivo della massoneria, e poi ancora l’arrivo delle uova di Pasqua di cioccolata.
Ma anche nelle altre parti d’Italia si avverte fortemente il cambiamento: l’arrivo della luce a Milano, il battello a vapore, una vera e propria rivoluzione dei trasporti.
Nel Nord Italia i nobili utilizzavano i fondi e le cascine per lucrare, ma anche le invenzioni per incentivare lo sviluppo. Il Settecento nel Regno di Napoli era oberato da dazi e tasse, le merci dalla Calabria a Napoli soffrivano di ben 40 richieste di dazio. Nel Settecento le famiglie nobiliari calabresi si trasferirono in gran parte a Napoli. Ma la regione subì una mancanza di sviluppo anche, per esempio, in merito alle nuove tecniche della lavorazione della seta che non arrivarono mai nella nostra regione dove era già radicata la coltura del baco, soprattutto a Catanzaro L’olio calabrese, all’epoca di pessima fattura, serviva a lubrificare le macchine inglesi o di altre nazioni europee. Ma c’erano momenti, sia pur isolati, di qualificato sviluppo del territorio, per esempio la produzione di liquirizia della Amarelli avviata nella prima metà del Settecento, ma anche l’arrivo della prima industria siderurgica del meridione realizzata appunto in Calabria.
Ma il vero e proprio gap fu la mancanza di uno sviluppo globale: in altre regioni la borghesia ha creato sviluppo, ma anche le famiglie nobiliari in Nord Italia si privarono di pennacchio e si misero a disposizione di un processo che traendo risorse anche dal latifondo, seppero valorizzare il lavoro dei campi.
Il Settecento in Calabria si contraddistingue per la crescita demografica dopo il terremoto del 1638 e varie pestilenze, ma il sisma ritorna nel 1783 con uno sciame di centinaia di scosse per almeno due anni che provocarono in tutto oltre 30 mila morti.
Per gli autori, comunque, la storia è fatta dagli uomini, anche se la Calabria è solo pedina in uno scacchiere internazionale.
Cambia comunque il rapporto col territorio da sistema del latifondo a cultura intensiva, ma anche importanti mutamenti industriali, con i circuiti estrattivi di Stilo, di Mongiana e la Ferdinandea.
Nel Settecento la Calabria è anche scoperta dai viaggiatori, oltre al Galanti, inviato dal re che scrisse una cronaca, lo stesso Casanova, che lamentava l’arretratezza delle popolazioni, ma importanti problemi di spostamento erano legati già allora alla viabilità per l’asprezza orografica del territorio».




(pubblicato dal quotidiano "La Gazzetta del Sud" del 21 marzo 2008)

Falerna, 2 febbraio 2008: "Incontro con autori falernesi"


«Un incontro con giovani autori falernesi è stato uno degli appuntamenti culturali certo non numerosi nella cittadina tirrenica. Con il sostegno dell'amministrazione municipale al Centro polifunzionale di Falerna Superiore Armando Orlando e Armido Cario, Giuseppe Stella, Michele Menniti hanno incontrato il pubblico per parlare delle loro opere. Tre opere che s'interessano di campi ben diversi, storia, poesia, informatica, dimostrando ancora una volta che la nascita in un piccolo centro di provincia non preclude la possibilità di seguire esaltanti "percorsi culturali e sociali". Nel suo breve intervento di saluto il sindaco, Daniele Menniti, ha rimarcato che, se cinquant'anni fa era difficile trovare in un paesino persone con un certo titolo di studio, oggi sono ancora pochi quelli che offrono nuove idee. «Avere tre persone giovani che siano andate al di là della normalità ci riempie di orgoglio», ha dichiarato. Il suo vice, Michele Belsito, ha espresso soddisfazione per un appuntamento culturale che «dimostra che a Falerna c'è gente che studia». Armido Cario, coautore con Armando Orlando della pubblicazione "La Calabria del Settecento", ha spiegato le ragioni che l'anno spinto a interessarsi di un secolo che ha cambiato il mondo, nella convinzione che «occuparsi della Calabria significa avere consapevolezza storica del proprio essere calabrese». Cario s'è soffermato, tra l'altro, sulla crescita demografica calabrese nel Settecento con la conseguenza della distruzione di intere aree boschive attraverso incendi ("cesine" in dialetto) per reperire nuovi terreni da coltivare. In proposito è il caso di rilevare come la storia oggi si ripeta: gli incendi boschivi estivi dei nostri giorni, sebbene con motivazioni diverse, continuano a depauperare il patrimonio naturale della nostra regione con serie conseguenze a livello idrogeologico. Per Falerna, nata da un casale come "costola" di Castiglione Marittimo, il Settecento segnò la fine del dominio della nobile famiglia D'Aquino. Cario ha evidenziato come nel paese poi si siano «covate idee liberali». Armando Orlando ha parlato della massoneria, di cui facevano parte "spiriti liberi". Le idee massoniche sarebbero state portate in Calabria dagli esuli tornati al seguito delle truppe napoleoniche, dagli studenti universitari. «Dobbiamo molto alla massoneria -ha affermato Orlando- perché ha consentito di manifestare liberamente le proprie idee. I calabresi non hanno avuto istituzioni capaci di formare uomini liberi. Ma la responsabilità dell'arretratezza è degli uomini, non delle istituzioni. Luomo deve sentire dentro di sé la volontà di cambiare». E' toccato successivamente a Giuseppe Stella d'intervenire sulla sua raccolta di poesie, dal titolo "Dillo con le mie parole". Poesie in cui è prevalente l'amore per la donna, non intesa come "oggetto", ma da contemplare. «Amarla significa -ha detto- affrontare la vita in modo stimolante». Stella attribuisce l'origine della sua vena poetica al rispetto che nutre nei confronti della donna. La cui bellezza non sta solo nelle "curve", ma anche in altro, di certo più importante, che il tempo non porta via. Per lui la donna è «una persona con cui condividere momenti, emozioni, desideri». Nelle sue poesie prevale, come accennato, l'amore. Ma non mancano quelle sulla follia della guerra ("Povero illuso chi in essa crede di trovar la pace vera dei propri ideali"); sulla magia della natura, del creato ("Non c'è traccia di nuvole. Eppure nevica"); sull'essenza della vita ("La vita è un mistero. La vita è fede in se stessi. Mai perderla!"); su ciò che si apprezza solo quando si perde, sull'addio ai commilitoni ("Nella camerata sembrava di essere della stessa famiglia"). E ancora sulla dipartita del vecchio papà, sulla violenza della caccia, sull'amore verso il paese natio, su caduti di Nassiriya. A conclusione dell'incontro Michele Menniti ha illustrato le sue due opere: "Corso di Office XP/2003" e "Corso d'informatica". Con esse l'autore «consentirà a molti di avvicinarsi all'informatica» ha chiosato il sindaco. Entrambe sarebbero scaturite da «una dispensa creata per un corso». L'idea poi si sarebbe sviluppata con "un filo logico". E' superfluo sottolineare che si tratta di pubblicazioni destinate in particolare a quanti per svariate ragioni si accostano al mondo dell'informatica. L'evento culturale di Falerna Superiore forse avrebbe meritato una maggiore presenza di pubblico».
(fonte: "La Gazzetta del Sud")

venerdì 21 marzo 2008

Decollatura, 4 gennaio 2008: "Giovani ed emigrazione, storia ed attualità di un problema"



La Calabria dal Settecento ad oggi: Ripercorrendo la scia dei nostri avi. Giovani ed emigrazione, storia ed attualità di un problema” è stato questo il tema del convegno organizzato venerdì 4 gennaio 2008 presso la biblioteca comunale di Decollatura dal Circolo giovani, insieme a Francesco Saverio Alessio Scrittore, Presidente dell'Associazione Internet degli Emigrati Italiani, ideatore e fondatore del sito http://www.emigrati.it/, Armido Cario Studioso, autore di ricerche storiche e di pubblicazioni nel campo del diritto europeo e Armando Orlando Storico, scrittore, autore di numerosi saggi di storia e letteratura locale.
«La Calabria, come del resto tutto il Sud, è divenuta, almeno da più due secoli, e continua a essere, terra di emigrazione- spiega Luigi De Grazia presidente del Circolo giovani Decollatura- un aspetto particolare perché mentre l’Italia, storica terra di emigrazione si è rapidamente trasformata da qualche tempo in terra di immigrazione, capovolgendo la vecchia realtà, la Calabria, insieme con altre poche regioni italiane, continua a mandare fuori della propria terra la sua ricchezza maggiore, il proprio futuro: i giovani». L’emigrazione uno dei problemi odierni più assillanti, questo è stato il tema centrale dell’evento, di cui si è discusso il modo esauriente grazie al contributo degli importanti ospiti«è bello vedere come il Circolo giovani composto da ragazzi si interessi di questa problematica- racconta Francesco Saverio Alessio- la società calabrese sta scomparendo, è questo tema è l’argomento centrale del libro scritto da me ed Emiliano Morrone “La Società Sparente”, il racconto di una fuga dalla terra d’origine, fuga dolorosa ma necessaria. Un’indagine sul binomio politica - ‘ ndrangheta come causa della nuova e tragica emigrazione dei giovani di oggi». Successivamente è toccato ad Armido Cario autore con Armando Orlando del volume “La Calabria del Settecento” ripercorrere la storia dell’Illuminismo calabrese attraverso le invasioni che si sono verificate durante il ‘700. «Bisogna fare una autocritica per analizzare il fenomeno dell’emigrazione- dichiara Armido Cario- fenomeno da sempre presente in Italia ma in particolare in Calabria, con Armando abbiamo voluto analizzare il ‘700 secolo di grande innovazione e fermento perché tale fenomeno si è diffuso rapidamente ed è diventato abitudine e routine della nostra vita quotidiana. «Bisogna capire-secondo Armando Orlando- che c’è un’esigenza di cambiamento ed i giovani per evitare lo spopolamento e l’emigrazione non devono mollare ma lavorare per creare le condizioni di un mutamento radicale e appropriarsi di una coscienza civica. L’importante per le nuove generazioni è andare fino in fondo per evitare un “esodo” ed una fuga totale, riducendo la Calabria ad un arido territorio».
(tratto da "Espressioni di Vita", space del Circolo Giovani di Decollatura; la notizia è presente, inoltre, sul sito web de "il Circolo del Buon Governo" e sul sito ufficiale di Francesco Saverio Alessio, presidente dell'Associazione internet degli emigrati italiani)

Pubblicata "La Calabria del Settecento"

"Una meticolosa preparazione, una lunga attesa, due presentazioni ufficiali (a Cleto e San Mango d'Aquino) ed infine... un libro! "La Calabria del Settecento", opera del veterano Armando Orlando e dell'esordiente Armido Cario, è realtà. E' di questi giorni l'uscita ufficiale del volume, ampiamente anticipata da Falerna.biz e dalla stampa. Per conoscere i contenuti dell'opera, vi consigliamo di cliccare qui.

Per informazioni ed acquisti, potete inviare una mail a lacalabriadelsettecento@yahoo.it".
(pubblicato dal portale Falerna.biz, 01/10/2007)

mercoledì 19 marzo 2008

"La Calabria del Settecento secondo Orlando e Cario", di Pasquale Vaccaro

«Un tuffo nel passato della nostra regione e più precisamente nella Calabria del settecento. Ed è proprio “La Calabria del Settecento” il titolo del libro, edito da Calabria Letteraria Editrice Gruppo Rubbettino, che Armando Orlando e Armido Cario hanno presentato nei giorni scorsi nella chiesa madre del centro collinare. Il libro che sarà in edicola dalla fine di settembre, nasce da una serie di articoli pubblicati da Calabria Letteraria, la rivista di cultura e arte fondata da Emilio Frangella nel 1952. Nel testo letterario come ci hanno spiegato gli autori, la ricostruzione degli accadimenti della regione è stata fatta tenendo presente due direttrici. Nella prima si è cercato di guardare alle dinamiche di sistema, nazionali ed internazionali: in poche parole, alla politica estera degli Stati Uniti e delle potenze estere: in questo secolo gli inglesi occupano Gibilterra, gli Asburgo si spingono a Oriente, i Savoia diventano re, la Russia si apre alla civiltà europea, gli schiavi neri si ribellano per la prima volta ai Francesi nell’isola di Hispaniola; mentre nella seconda vi è un angolo visuale dominato dalle variabili indipendenti, dalle cause storiche che determinarono il contesto amministrativo e gli stili di vita dei calabresi del Settecento, con la regione che conobbe un forte incremento demografico e poi la carestia, con l’assalto alla montagna e la trasformazione dei boschi in seminativo, con le piante di gelso che vengono abbattute per lasciare il posto alle piante di ulivo, con gli incendi(le “cesine” di antica memoria) che completano l’assalto ai boschi e contribuiscono a provocare una situazione di dissesto idrogeologico i cui effetti si sentono ancora oggi. Armando Orlando già in passato, nel 1995, traendo spunto sempre da altri articoli di Calabria Letteraria scrisse “La Calabria intorno al Mille”, vincitore del Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Autore di numerose opere di storia e di letteratura locale(Storia di una diversità), oltre che di Breve storia dell’emigrazione calabrese per il sito www.sanmango.org egli ha collaborato inoltre negli anni, con quotidiani e periodici in Italia ed all’estero. Nel suo libro San Mango d’Aquino: la storia(1997), Cario curò le traduzioni in latino. Quest’ultimo, laureato a pieni voti in scienze politiche presso l’Università della Calabria, svolgendo anche attività di ricerca ed è autore di pubblicazioni scientifiche nel campo del diritto comparato ed europeo. Tra i suoi saggi di spicco: La giustizia in Italia dalla proclamazione del Regno ai nostri giorni e La scuola calabrese dall’Unità nazionale al secondo dopoguerra. Vive a Falerna, a cui ha dedicato numerose inchieste di carattere antropologico sociale, religioso, quali Falerna, da casale a comune o il miracolo di San Tommaso. Tornando al libro, Orlando ci spiega che la scelta è ricaduta sul settecento perché: "questo è stato un secolo di mutamenti economici, politici e sociali che hanno interessato tutte le terre, allora conosciute, del nostro pianeta. Non solo illuminismo, con la riaffermazione vigorosa della ragione e delle sue capacità critiche, ma anche rivolta delle colonie americane contro la madrepatria britannica e presa della Bastiglia. Sotto molteplici sfaccettaure – continua il navigato autore- il settecento assume il ruolo di secolo spartiacque, non solo per i progressi tecnologici e per la nascita del modello industriale, quanto per il movimento letterario, filosofico ed ideologico europeo". Quindi, un secolo foriero di novità ed innovazioni che si sono diffuse rapidamente diventando abitudini, basti pensare alle uova di Pasqua di cioccolato, inventate dagli Olandesi, al primo quotidiano uscito in Inghilterra nel 1702, con Milano che fu la prima città italiana ad illuminarsi materialmente con un sistema di lampade ad olio sospese e la denominazione delle strade e la numerazione delle case o l’ora legale nel 1725 etc. Insomma, gli insegnamenti del settecento, ci dice infine Orlando "sono validi ancora oggi", e Antonio Jerocades, chiamato l’abate rosso per le sue idee, convinto che ogni cambiamento politico necessitava di un preventivo mutamento in campo pedagogico, auspicò una rivoluzione culturale in grado di creare le condizioni per una trasformazione radicale della società».

(pubblicato sul quotidiano "Calabria Ora" del 18 settembre 2007)

8 settembre 2007, presentazione a San Mango d'Aquino (CZ)



Nella suggestiva cornice della chiesa madre, occhi puntati su La Calabria del Settecento, progetto ormai germogliato ma ancora in fase di stampa.
Una serata densa e pregna di emozioni per Armando Orlando, autore ed anima del progetto Calabria del Settecento, che a San Mango è nato e risiede.
Cario ed Orlando prendono la parola, dopo aver dato spazio alle armonie ed alle melodie popolari calabresi, riarrangiate dai Phaleg.
Anzitutto, vengono tracciate le direttrici e gli scopi principali del libro, che nasce su solide basi scientifiche ma con intenzioni prettamente divulgative, rivolgendosi ad un target di lettori piuttosto ampio.
Non mancano, gli echi ed i riferimenti alla letteratura ed alla ricerca storica più autorevole (Placanica, Cingari, Valente, Galasso) ed al giornalismo storico (Montanelli).
Orlando si sofferma sulle innovazioni tecniche, culturali, ideologiche, introdotte nel XVIII secolo, corredando il suo intervento di aneddoti e di risvolti storici locali.
Cario completa il panorama, tracciato dal suo collega, indicando le direttrici principali del libro: inserire la Calabria in un'ottica di sistema, con riferimento alla politica estera degli Stati italiani ed esteri; individuare e ricostruire le cause storiche che determinarono, in concreto, il contesto amministrativo e lo stile di vita dei calabresi.

venerdì 14 marzo 2008

Cleto (CS), 23 agosto 2007: la prima presentazione

A Cleto, antico borgo e castello, lambito dal fiume Savuto, che i Latini appellavano Sabatum, Armando Orlando ed Armido Cario, tengono a battesimo la loro "creatura" culturale. L'opera deve ancora scorrere fra i nastri delle rotative industriali di Rubbettino, eppure La Calabria del Settecento è già nata, partorendo idee ed opinioni, sollevando discussioni e dibattiti.
La "prima" ufficiale si tiene il 23 agosto, in piazza Chiesa della Consolazione. La tavola rotonda, denominata La Calabria del Settecento, è stata nobilitata dall'intervento di autorevoli relatori:
Franco Del Buono, direttore di "Calabria Letteraria",
Maggiorino Iusi, studioso,
Frncesco Volpe, storico.
L'incontro culturale è stato accarezzato da una cospicua e meritata affluenza di pubblico, che ha riempito la piazza cletese, colma di residenti ed emigrati, tornati al borgo natio per le ferie estive.

Il libro



"La Calabria del Settecento" (scarica la locandina)
Natura: Monografia
Autori: Orlando, Armando; Cario, Armido
Pubblicazione: Soveria Mannelli, Calabria Letteraria editrice, 2007
Descrizione fisica: p. 216; cm 21
Numeri: ISBN 978-88-7574-134-1
Soggetti: CALABRIA – STORIA MODERNA – STUDI MERIDIONALI
Classificazione: STORIA DELLA CALABRIA – 945.78 Cdd ed. 21
Paese di pubblicazione: ITALIA
Lingua di pubblicazione: italiano

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Gli autori

Armando Orlando è nato nel 1948. È stato impiegato metalmeccanico a Milano, dirigente d’azienda a Roma e quadro direttivo bancario a Catanzaro. Autorevole e qualificato autore di saggi storici e di opere di letteratura locale, fra cui La Calabria intorno al Mille. Storia di una diversità. È autore di una Breve storia dell’emigrazione calabrese per il sito sanmango.org. Ha collaborato con quotidiani e periodici in Italia ed all’estero.

Armido Cario, ventotto anni, è laureato a pieni voti in scienze politiche, presso l’Università della Calabria, con una tesi sulla tutela dei diritti fondamentali nell’Unione europea. Ha svolto attività di ricerca presso lo stesso Ateneo ed è autore di pubblicazioni scientifiche nel campo del diritto comparato ed europeo. Opera sulla carta stampata da un decennio, firmando articoli per testate regionali e nazionali. Si occupa di impegno civile, di politica, di recensioni e critiche artistico-letterarie, oltre che di ricerca storica. Tra i suoi saggi di spicco: La giustizia in Italia dalla proclamazione del Regno ai giorni nostri e La scuola calabrese dall'Unità nazionale al
secondo dopoguerra
. Vive a Falerna (CZ), a cui ha dedicato numerose inchieste di carattere antropologico, sociale, religioso (Falerna, da casale a comune. Storia politica, sociale ed amministrativa del comune tirrenico; Liturgia sacra e riti profani; Il miracolo di San Tommaso. Storia di un 8 settembre dimenticato). Ha già lavorato con Orlando nel ’97,
curando le traduzioni dal latino per il suo San Mango d’Aquino: la storia.

L'idea

Sotto molteplici sfaccettature, il Settecento assume il ruolo di secolo spartiacque: non solo per i progressi tecnologici e per la nascita del modello industriale, quanto per il movimento letterario, filosofico ed ideologico europeo. Un secolo foriero di novità ed innovazioni, che si sono diffuse rapidamente e che sono diventate abitudini, routine della nostra vita quotidiana.
Da una serie di articoli pubblicati su Calabria Letteraria, la rivista di cultura e arte fondata da Emilio Frangella nel 1952, nasce un libro, e la ricostruzione degli accadimenti della regione, nell’arco di un secolo, assume un valore intrinseco, ben più profondo della cronaca minuta e quotidiana. Con un occhio costante gettato alle dinamiche di sistema, nazionali ed internazionali: in poche parole, alla politica estera degli Stati italiani e delle potenze estere; ed un angolo visuale dominato dalle variabili indipendenti, dalle cause storiche che determinarono il contesto amministrativo e gli stili di vita dei calabresi del Settecento.