"Tutto iniziò nel Seicento… Anzi, nel 1986, anno di pubblicazione di Castiglione e Falerna, ad opera di Armando Orlando e Giovanni Nicastri, prima opera completa e sistematica sulle origini e sulla storia del comune tirrenico. Su Castiglione, sulla sua ascendenza normanna non vi sono mai stati dubbi; sulle parallele vicende di Falerna, invece, negli anni a seguire si è registrato un crescendo d’interesse, condito da pubblicazioni, supposizioni, approfondimenti, promossi da studiosi e da appassionati. Il risultato? Un ventennio di ipotesi e ricerche, le più varie, tutte orientate ad aggiungere elementi di novità oppure a dimostrare personali teorie, più o meno avvalorate da dati oggettivi. Ultima in ordine di tempo è stata la tesi di laurea, discussa all’Unical dalla falernese Tommasina Stella. In precedenza, avevano ottenuto grande risalto e dignità storica, grazie allo scrupolo metodologico ed alla capacità di contestualizzazione, i saggi di Armido Cario sul sorgere e sull’evoluzione della società falernese, arricchiti da un recente commento al Catasto Onciario, da qualche mese disponibile on line. E poi, vi sono le personali indagini di Mario Folino Gallo, deus ex machina del citato Catasto, padre di alcune, personali ipotesi sull’origine bizantina, normanna o, comunque, anteriore al Concilio di Trento dell’attuale centro abitato di Falerna.
A distanza di vent’anni, facciamo il punto sui risultati finora ottenuti dalla ricerca storica, affidandoci all’autorevole Armando Orlando, principale artefice del libro da cui tutto nacque.
A distanza di vent’anni, facciamo il punto sui risultati finora ottenuti dalla ricerca storica, affidandoci all’autorevole Armando Orlando, principale artefice del libro da cui tutto nacque.
Orlando, in quale documento scritto appare, per la prima volta, il nome di Falerna?
«Il primo riferimento storico su Falerna, fino ad oggi conosciuto, è un Regesto Vaticano del novembre 1606, ripreso da padre F. Russo nelle sue opere, in cui è citata “la Chiesa di S. Maria in Falerna”. Nessuna indagine, dal 1986 ad oggi, ha portato alla luce atti o documenti di data anteriore».
«Il primo riferimento storico su Falerna, fino ad oggi conosciuto, è un Regesto Vaticano del novembre 1606, ripreso da padre F. Russo nelle sue opere, in cui è citata “la Chiesa di S. Maria in Falerna”. Nessuna indagine, dal 1986 ad oggi, ha portato alla luce atti o documenti di data anteriore».
Recentemente, è stato restituito alla collettività il Catasto Onciario del 1752, che contiene un’interessante fotografia della Falerna del XVIII secolo. Vi sono tracce di Falerna nei catasti e nei censimenti dei secoli precedenti?
«Decisamente no. Nei Registri Angioini del 1276 non c’è traccia né di Falerna né di toponimi ad essa riconducibili, mentre sono presenti le vicine località di “Martoranum, Amanthea, Petramala, Castellionum, Nucera, Feroletum, Neocastrum” ed altri. Falerna compare per la prima volta nella “numerazione dei fuochi” delle province meridionali nel 1648 con 32 fuochi».
Tuttavia, per la ricostruzione dei secoli passati occorre riferirsi, anche e soprattutto, ai registri ecclesiastici…
«Anche questi non mancano: in alcuni Regesti Vaticani del Trecento sono menzionate sia le località della diocesi (“Amanteae, Castellioni, Petremale, Augelli, Fluminis Frigidi”), sia i comuni (“Amanteae, Fluminis Frigidi, Agelli, casalis Nucerie, Petremale”). Falerna non figura né come luogo religioso né come Comune».
«Decisamente no. Nei Registri Angioini del 1276 non c’è traccia né di Falerna né di toponimi ad essa riconducibili, mentre sono presenti le vicine località di “Martoranum, Amanthea, Petramala, Castellionum, Nucera, Feroletum, Neocastrum” ed altri. Falerna compare per la prima volta nella “numerazione dei fuochi” delle province meridionali nel 1648 con 32 fuochi».
Tuttavia, per la ricostruzione dei secoli passati occorre riferirsi, anche e soprattutto, ai registri ecclesiastici…
«Anche questi non mancano: in alcuni Regesti Vaticani del Trecento sono menzionate sia le località della diocesi (“Amanteae, Castellioni, Petremale, Augelli, Fluminis Frigidi”), sia i comuni (“Amanteae, Fluminis Frigidi, Agelli, casalis Nucerie, Petremale”). Falerna non figura né come luogo religioso né come Comune».
Sarebbe a dire che la tesi avanzata in “Castiglione e Falerna” è, ancora, l’unica credibile?
«Le carte non hanno bisogno di ipotesi, mentre le ipotesi non possono fare a meno delle carte, perché solo le carte sono in grado di dimostrarle, di spingerle al salto di qualità. Nei Registri per il Relevio, la tassa feudale di successione, Falerna figura per la prima volta nel 1636, sotto il possesso di Cornelia d’Aquino, assieme a Conflenti, Castiglione, Serrastretta, Martirano, Motta S. Lucia, Nicastro, Zangarona. Negli stessi Registri, invece, Martirano e Motta S. Lucia figurano già nel 1578, Castiglione e Conflenti nel 1589, Nicastro e Serrastretta nel 1596, Zangarona nel 1619. Solo nell’anno 1647, i Registri annotano la tassa di successione, da Cornelia a Giovanna d’Aquino, pure per Falerna».
E dell’ipotesi sulla fondazione anteriore al Concilio di Trento che ne pensa?
«Il vescovo Domenico Taccone Gallucci, autore di una monografia della diocesi di Tropea pubblicata nel 1904, scrive che “tutte le Parrocchie della Forania di Nocera sono d’instituzione anteriore al Concilio Tridentino, compresa quella di Falconara”, ma qualche rigo dopo aggiunge testualmente: “più recenti sono le Parrocchie di Falerna e di S. Mango”. E siccome la parrocchia di S. Mango risulta fondata nel 1648, si ritiene che anche quella di Falerna sia più recente rispetto al Concilio di Trento che, com’è noto, si è protratto dal 1545 al 1563»".
(fonte: "Calabria Ora" del 14/11/2008)
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