sabato 9 ottobre 2010

"Falerna, un documentario sul canale Marco Polo di Sky" di G. B. Romano


FALERNA - Lunedì a mezzogiorno e martedì alle ore 4.30 la cittadina costiera sarà su Sky. Il canale 414 "Marco Polo" della tv satellitare trasmetterà un documentario della serie "Borghi marini" su Falerna. A comunicarlo con tanto entusiasmo Armido Cario, coautore con Armando Orlando del libro "La Calabria del Settecento". Cario è una delle persone intervistate nel corso della realizzazione del programma di Riccardo Marino. Ventitré minuti di trasmissione dedicati a Falerna, ricchi di immagini suggestive e interessanti notizie storiche e antropologiche. Un servizio che offre ai telespettatori aspetti in alcuni casi inediti della cittadina tirrenica. Dal documentario esce fuori una realtà a volte sconosciuta agli stessi falernesi ("Terra di lunghe tradizioni e pescatori"). Una realtà talora migliore di quella che la gente è abituata a vedere. «Un gioiello, che si affaccia nello splendido mare della Calabria, ricco di tradizioni, di costumi popolari e di pesca», toccato dal fenomeno migratorio del Novecento. Il servizio si apre con affascinanti immagini del mare falernese, che gioca un ruolo centrale nella locale economia e con il quale la popolazione ha un rapporto viscerale. Una famiglia di pescatori ne descrive l'importanza per il suo reddito, ma anche le difficoltà a cui il mare sottopone chi sceglie di vivere pescando. Fra l'altro emerge la graduale riduzione della quantità di pesci che si riescono a catturare con le reti. Ne sarebbe causa la cosiddetta pesca a strascico, che rovina i fondali e disturba la deposizione delle uova delle specie ittiche. Di cui il naturalista subacqueo Walter Fratto, un altro degli intervistati del servizio di Sky, evidenzia il rischio d'estinzione insieme con la soluzione adottata per arginare gli effetti deleteri dello strascico.
Per favorire il ripopolamento ittico nei fondali dello specchio di mare antistante alla località falernese di Torre Lupo, a circa novecento metri dalla costa, sono stati creati cinque atolli artificiali con piramidi vuote, i cui numerosi interstizi delle pareti richiamano la presenza dei pesci. Le strutture sommerse si trovano a una profondità tra i diciassette e i quaranta metri. Fratto sottolinea come da qualche decennio l'eccesso di prelievo di pesci dal mare ne abbia mutilato la capacità riproduttiva. Ma Falerna non è solo mare, la cui forza trainante per il territorio è indiscutibile: è anche comunità con la sua storia, le sue tradizioni e i suoi problemi. Proprio per potere affrontare meglio questi ultimi nel 1904 nel borgo storico di Castiglione Marittimo fu costituita la Società operaia di mutuo soccorso "Principessa Jolanda Margherita". Il presidente del sodalizio, Gennaro Grandinetti, nel corso del documentario ne evidenzia l'importante opera svolta a beneficio della piccola comunità. Armido Cario illustra, invece, le fasi storiche falernesi: il primo insediamento nel Paleolitico (lo testimonierebbero tracce rinvenute a Torre Lupo), la fondazione di "Castel Leone" in epoca normanna, la nascita del nucleo abitato dell'attuale Falerna Superiore alle pendici di monte Mancuso nel Seicento.

(tratto da La Gazzetta del Sud del 2 ottobre 2010)

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